UNA MEDITAZIONE SULLA PASSIONE DI GESU’

-Gesù l’ha detto a molti mistici, meditare la Sua Passione con fervore arricchisce l’anima di splendide grazie e ci riempie di amore. Un sacerdote vicino a Marthe Robin , ha condiviso con noi un episodio impressionante del cammino della croce di Gesù. Marthe riviveva ogni settimana la Passione assieme a Gesù, e vedeva i personaggi principali che erano stati in contatto con il Signore in quei giorni. Vedeva chiaramente Simone di Cirene. Era un giardiniere e tornava con i suoi tre figli da un lavoro nei dintorni di Gerusalemme, quando i soldati lo obbligarono ad aiutare Gesù a portare la croce. Simone si ribellava a quest’ordine ma le minacce di morte lo costrinsero ad obbedire. Lui fece questo sforzo dapprima con ripugnanza e disgusto, tanto Gesù era repellente perché coperto di fango, polvere e sangue. Ma Gesù, che era a terra per una ennesima caduta, sfinito ed esangue, lo guardò con una tale bontà che il cuore di Simone cambiò d’improvviso. La sera prima Pietro, affranto dal suo triplice rinnegamento, scoppiò in singhiozzi quando Gesù posò lo sguardo su di lui. Alla stessa maniera Simone fu sconvolto fino in fondo all’anima dallo sguardo carico di amore di Gesù ed in un istante divenne un amico, un difensore, poi un discepolo zelante che doveva avere un ruolo importante nella prima comunità cristiana. Cosa c’è allora nello sguardo di Gesù perché questi uomini in profonda crisi, d’improvviso si riempiono di compassione, di carità e di coraggio? Ciascuno di noi ha un modo unico di soffrire nella propria via crucis. Il senso di solitudine potrebbe allora schiacciarci. Ma per ciascuno c’è uno sguardo di Gesù che lo aspetta, uno sguardo unico, speciale, solo per lui. Questo sguardo ci comunica l’anima di Cristo. Gli occhi di Gesù si incontrano nella adorazione; è lì che Gesù sofferente ci raggiunge nelle nostre pene più intime, nelle nostre ferite e nelle nostre miserie abissali, è lì dove il nostro Redentore ci afferra e ci solleva. In questa Pasqua 2008 di questo mondo, dove si mescolano angoscie e torrenti di grazie, Gesù non aspetta altro che la nostra buona volontà a guardarlo, per poterci scollegare dal male e portarci lontano, molto lontano, nelle profondità del Suo Cuore. Lì Lui vuole farci finalmente gustare la gioia della vera vita, la Sua. Immaginiamoci la gioia di Pietro dopo la Risurrezione! E la gioia di Simone di Cirene dopo La Risurrezione! Questa stessa gioia è per noi in questa Pasqua se fissiamo i nostri sguardi su Gesù ! (Vanna Pecori Giraldi)

Quanto descritto di seguito è la descrizione degli atroci dolori sofferti da Gesù, durante la Sua Passione, fatta da un grande studioso francese, il Dott. Barbet che l’ha redatto sulla base dei suoi studi sui Vangeli e sulla Sindone.

Potrà essere una efficace e straordinaria meditazione.

"Io sono soprattutto un chirurgo; ho insegnato a lungo. Per tredici anni sono vissuto in compagnia di cadaveri; durante la mia carriera ho studiato a fondo l’anatomia. Posso dunque scrivere senza presunzione.

 

Gesù entrato in agonia nel Getsemani – scrive l’evangelista Luca – pregava più intensamente. E diede in un sudore "come gocce di sangue" che cadevano fino a terra. Il solo Evangelista che riporta il fatto è un medico, Luca. E lo fa con la precisione di un clinico. Il sudar sangue, o ematoidrosi, è un fenomeno rarissimo. Si produce in condizioni eccezionali: a provocarlo ci vuole una spossatezza fisica, accompagnata da una scossa morale violenta causata da una profonda emozione, da una grande paura. Il terrore, lo spavento, l’angoscia terribile di sentirsi carico di tutti i peccati degli uomini devono aver schiacciato Gesù. Tale tensione estrema produce la rottura delle finissime vene capillari che stanno sotto le ghiandole sudoripare, il sangue si mescola al sudore e si raccoglie sulla pelle; poi cola per tutto il corpo fino a terra.

Conosciamo la farsa del processo imbastito dal Sinedrio ebraico, l’invio di Gesù a Pilato ed il ballottaggio fra il procuratore romano ed Erode. Pilato cede e ordina la flagellazione di Gesù. I soldati spogliano Gesù e lo legano per i polsi a una colonna dell’atrio. La flagellazione si effettua con delle striscie di cuoio multiple su cui sono fissate due palline di piombo e degli ossicini. Le tracce nella Sindone di Torino sono innumerevoli; la maggior parte delle sferzate è sulle spalle, sulla schiena, sulla regione lombare e anche sul petto. I carnefici devono essere stati due, uno da ciascun lato, di ineguale corporatura. Colpiscono a staffilate la pelle, già alterata da milioni di microscopiche emorragie del sudor di sangue. La pelle si lacera e si spacca; il sangue zampilla. A ogni colpo Gesù trasale in un soprassalto di dolore. Le forze Gli vengono meno: un sudor freddo Gli imperla la fronte, la testa  Gli gira in una vertigine di nausea, brividi Gli corrono lungo la schiena. Se non fosse legato molto in alto per i polsi, crollerebbe in una pozza di sangue.

 

Poi lo scherno della coronazione. Con lunghe spine, più dure di quelle dell’acacia, gli aguzzini intrecciano una specie di casco e glielo applicano sul capo. Le spine penetrano nel cuoio capelluto e lo fanno sanguinare (i chirurgi sanno quando sanguina il cuoio capelluto). Dalla Sindone si rileva che un forte colpo di bastone, dato obliquamente, lasciò sulla guancia destra di Gesù una orribile piaga contusa; il naso è deformato da una frattura dell’ala cartilaginea.

Pilato, dopo aver mostrato quell’uomo straziato alla folla inferocita, glielo consegna per la crocifissione. Caricano sulle spalle di Gesù il grosso braccio orizzontale della croce; pesa una cinquantina di chili. Il palo verticale è già piantato sul Calvario. Gesù cammina a piedi scalzi per le strade dal fondo irregolare, cosparso di ciottoli. I soldati Lo tirano con le corde. Il percorso, fortunatamente, non è molto lungo, circa 600 metri. Gesù, a fatica, trascina un piede dopo l’altro; spesso cade sulle ginocchia. E la spalla di Gesù è coperta di piaghe. Quando Egli cade a terra, la trave Gli sfugge e Gli scortica il dorso.

Sul Calvario ha inizio la crocifissione.  I carnefici, spogliano il condannato; ma la Sua tunica è incollata alle piaghe e il toglierla è atroce. Avete mai staccato la garza di medicazione da una larga piaga contusa? Non avete sofferto voi stessi questa prova che richiede talvolta l’anestesia generale? Potete allora rendervi conto di che si tratta. Ogni filo di stoffa aderisce al tessuto della carne viva: a levare la tunica, si lacerano le terminazioni nervose messe allo scoperto dalle piaghe. I carnefici danno uno strappo violento. Come mai quel dolore atroce non provoca una sincope? Il sangue riprende a scorrere; Gesù viene disteso sul dorso. Le Sue piaghe si incrostano di polvere e di ghiaietta. Lo distendono sul braccio orizzontale della croce. Gli aguzzini prendono le misure. Un giro di succhiello nel legno per facilitare la penetrazione dei chiodi. Il carnefice prende un chiodo (un lungo chiodo appuntito e quadrato), lo appoggia sul polso di Gesù, con un colpo netto di martello glielo pianta e lo ribatte saldamente sul legno: orribile supplizio! Gesù deve avere spaventosamente contratto il volto. Nello stesso istante il suo pollice, con un movimento violento si è posto in opposizione nel palmo della mano; il nervo mediano è stato leso. Si può immaginare ciò che Gesù deve aver provato: un dolore lancinante, acutissimo, che si è diffuso nelle dita, è passato, come una lingua di fuoco, nella spalla e Gli ha folgorato il cervello. è il dolore più insopportabile che un uomo possa provare, quello dato dalla ferita dei grossi tronchi nervosi. Di solito provoca una sincope e fa perdere la conoscenza. In Gesù no. Almeno il nervo fosse stato tagliato netto! Invece (lo si constata spesso sperimentalmente) il nervo è distrutto solo in parte: la lesione del tronco nervoso rimane in contatto col chiodo: quando il corpo sarà sospeso sulla croce, il nervo si tenderà fortemente come una corda di violino tesa sul ponticello. A ogni scossa, a ogni movimento, vibrerà risvegliando dolori strazianti. Un supplizio che durerà tre ore. Il carnefice e il suo aiutante impugnano le estremità della trave; sollevano Gesù mettendoLo prima seduto e poi in piedi; quindi facendoLo camminare all’indietro, Lo addossano al palo verticale. Poi rapidamente incastrano il braccio orizzontale della croce sul palo verticale. Le spalle della vittima hanno strisciato dolorosamente sul legno ruvido. Le punte taglienti della grande corona di spine vi hanno lacerato il cranio. La povera testa di Gesù è inclinata in avanti, poiché lo spessore del casco di spine le impedisce di appoggiarsi al legno. Ogni volta che il martire solleva la testa, ripredono le fitte acutissime. Gli inchiodano i piedi. è mezzogiorno. Gesù ha sete. Non ha bevuto dalla sera precedente. I lineamenti sono tirati, il volto è una maschera di sangue. La bocca è semiaperta e il labbro inferiore comincia a pendere. La gola, secca, Gli brucia, ma Egli non può deglutire. Ha sete. Un soldato Gli tende, sulla punta della canna, una spugna imbevuta di bevanda acidula, in uso trai i militari. Tutto ciò è una tortura atroce. Uno strano fenomeno si produce sul corpo di Gesù. I muscoli delle braccia si irrigidiscono in una contrazione che va accentuandosi: i deltoidi, i bicipiti sono tesi e rilevati, le dita si incurvano. Si direbbe un ferito colpito da tetano, in preda a quelle orribili crisi che non si possono descrivere. è ciò che i medici chiamano tetania, quando i crampi si generalizzano: i muscoli dell’addome si irrigidiscono in onde immobili; poi quelli intercostali, quelli del collo e quelli respiratori. Il respiro si è fatto, a poco a poco, più corto. L’aria entra con un sibilo, ma non riesce più ad uscire. Gesù respira con l’apice dei polmoni. Ha sete di aria: come un asmatico in piena crisi, il suo volto pallido a poco a poco diventa rosso, poi trascolora nel violetto purpureo e infine nel cianotico. Gesù, colpito da asfissia, soffoca. i polmoni, gonfi d’aria, non possono più svuotarsi. La fronte è imperlata di sudore, gli occhi escono fuori dall’orbita. Che dolori atroci devono aver martellato il Suo cranio! Ma cosa avviene? Lentamente con uno sforzo sovrumano, Gesù ha preso un punto di appoggio sul chiodo dei piedi. Facendosi forza, a piccoli colpi, si tira su alleggerendo la trazione delle braccia. I muscoli del torace si distendono. La respirazione diventa più ampia e profonda, i polmoni si svuotano e il viso riprende il pallore primitivo. Perché questo sforzo? Perché Gesù vuole parlare: "Padre, perdona loro, non sanno quello che fanno". Dopo un istante il corpo ricomincia ad afflosciarsi e l’asfissia riprende. Sono state tramandate sette frasi pronunciate da Lui in croce: ogni volta che vuol parlare, dovrà sollevarsi tenendosi ritto sui chiodi dei piedi: inimmaginabile! Sciami di mosche, grosse mosche verdi e blu, ronzano attorno al Suo corpo; gli si accaniscono sul viso, ma Egli non può scacciarle. Dopo un pò, il cielo si oscura, il sole si nasconde: d’un tratto la temperatura si abbassa. Fra poco saranno le tre del pomeriggio. Gesù lotta sempre: di quando in quando si solleva per respirare. è l’asfissia periodica dell’infelice che viene strozzato. Una tortura che dura tre ore. Tutti i Suoi dolori, la sete, i crampi, l’asfissia, le vibrazioni dei nervi mediani, Gli hanno strappato un lamento: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Ai piedi della croce stava la Madre di Gesù. Potete immaginare quale strazio Ella provò. Gesù grida: "Tutto è compiuto!". Poi a gran voce dice: Padre, nelle Tue mani raccomando il mio Spirito". E muore."

Cerchiamo di vivere in profondità questo Venerdì Santo, ricordando che non c’è resurrezione senza Croce. Non c’è vita senza "passione".

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6 risposte a UNA MEDITAZIONE SULLA PASSIONE DI GESU’

  1. Andrea ha detto:

    mamma mia…mi viene da piangere! 😦 che impressioneee!
    2008 anni fa gli uomini, stupidi ed ignoranti, uccidevano Gesù. Lo uccidevano perché lo credevano un gran bestemmiatore e molti di loro non avevano idea che fosse davvero il figlio di Dio.
    Oggi, a distanza di 2008 anni da questa straziante morte, che per nostra fortuna ci ha riconciliati con Dio, c\’è gente CHE UCCIDEREBBE GESU\’ PROPRIO PERCHE\’ E\’ IL FIGLIO DI DIO!
     
    Che il Signore voglia dare agli uomini di quest\’epoca, mille volte peggiori di quelli di 2000 anni fa, tramite la sua risurrezione, il dono della fede per tutti e accrescerla in chi già ce l\’ha. W GESU\’. Buona Pasqua a tutti.

  2. sara ha detto:

    Vi posso dire una cosa che ha scandalizzato perfino me? C\’è chi ha detto che Cesare Previti era come Gesù Cristo, che ha subito un processo ingiusto, e che come Socrate ha bevuto la cicuta…. Se succedesse in Egitto o in qualche paese arabo, questo signore non potrebbe paragomare Previti a Maometto perchè salterebbe per aria. La chiesa cattolica dovrebbe difendere un po\’meglio i propri simboli dalle bestemmie.
    Vi dico cosa ha replicato Marco Travaglio ( che Dio lo abbia a cuore!): << nell\’Antico testamento quando bestemmiavi forte, venivi incenerito o trasformato in una statua di sale. non sarebbe bello ripristinare certe buone abitudini?>>
     
    Voi che ne pensate di questa gente che bestemmia, convinta di fare citazioni colte?

  3. paolo ha detto:

    Vedi saruzza…io non voglio che queste persone vengano punite. Non voglio che si trasformino in statue di sale o vengano incenerite.
    Gesù Cristo è morto per questo. Per dirci che Dio è un Padre Misericordioso disposto a tutto pur di perdonarci, perfino pronto a morire in croce, non è un Dio Giudice pronto alla punizione.
    Le bestemmie, le parole insensate, le mancanze di rispetto…mi rattristano enormemente. Ma nel mio cuore c\’è sempre la speranza che tutte queste persone si possano pentire. E allora la Misericordia di Dio farebbe i più grandi miracoli…Non voglio punizioni, voglio conversioni. E questo vale anche per i peccati che comunemente vengono commessi da tutti, da me in primis. Solo che chi è Cristiano e Cattolico ha la possibilità di riconoscere il proprio peccato, cioè l\’offesa recata a Dio, e può immediatamente ricorrere alla confessione, che per i meriti ottenuti dal sacrificio di Gesù in croce, ci permette il perdono pieno e totale. Che bello potersi confessare! Che bello sapere che Dio è pronto a perdonarmi! Che bello essere Cattolico…Non capirò mai chi si ostina a rifiutare un simile meraviglioso strumento di salvezza e perfezione. E\’ come se un cercerato potesse ricorrere sempre all\’indulto, ma lo rifiutasse per idelolgia. Sarebbe solo uno stupido. Quant\’è grande il sacramento della confessione! Se potessi mi confesserei anche ogni giorno…Quanti peccati commettiamo, di quanta Misericordia necessitiamo!
    Spero che tutti i cuori induriti nell\’arroganza e nella superbia, riconoscano con umiltà i propri errori e siano disposti subito a porvi rimedio. Giovanni Paolo II a proposito di ciò disse: “Sarebbe insensato, oltre ché presuntuoso, voler prescindere arbitrariamente dagli strumenti di grazia e di salvezza che il Signore ha disposto e, nel caso specifico, preten­dere di ricevere il perdono facendo a meno del Sacramento, istituito da Cristo proprio per il perdono. Il rinnovamento dei ri­ti, attuato dopo il Concilio, non autorizza alcuna illusione e alte­razione in questa direzione.” . E\’ proprio vero, è insensato non volersi confessare e non voler riconoscere i propri peccati… Ma fa parte della superbia con la quale il serpente ha sedotto Adamo ed Eva inducendoli al peccato dei peccati: <<Ma il serpente disse alla donna: "Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male".>> (dalla Genesi 3, 4-5). Quando l\’uomo vuole decidere da solo, tralasciando la Legge di Dio, cioè i 10 comandamenti e il Vangelo, cos\’è bene e cos\’è male, si macchia del peggiore dei peccati, il peccato che spinse satana a ribellasi a Dio: la superbia, la creatura che si ribella al Creatore.

  4. Pascal ha detto:

    Quante persone sono morte crocifisse??? Lui era uno dei tanti..e sicuramente neanke qllo ke ha sofferto di +..visto ke è morto dopo solo 3 ore.. Nel medioevo si impalava la gente ke sopravviveva anke 3 giorni… E nn credo ke essere bruciato come eretico sia tanto + simpatico… IPOCRITI!!!

  5. paolo ha detto:

    Sei solo corrosa dalla rabbia. E cerchi di sputare veleno su chi la pensa diversamente da te. Non sei capace di argomentare e senza neanche conoscere le persone insulti.  Come fai a dire che sono ipocrita se neanche mi sai chi sono?Faresti meglio a non comportarti così perchè perdi solo credibilità.
    Cmq visto che hai scritto quelle cose tanto vale rispondere…almeno ti rendi conto delle fesserie che scrivi:
    1)Gesù era Dio, non un uomo come gli altri.
    2)Storicamente i crocifissi venivano legati, non inchiodati.
    3)Era innocente e senza essere schiavo subì la condanna a morte degli schiavi (incredibile dictu).
    4)Nessun crocifisso veniva prima flagellato.
    5)Nessuno aveva al capo una corona di spine.
    6)Sopportò tutto senza lamentarsi, anzi più i carnefici lo massacravano, più Lui li amava.
    7)Poteva scendere dalla Croce in qualsiasi momento, ma non l\’ha fatto per lasciarci liberi di credere e per compiera la sua missione redentiva.
     
    Potrei scrivere ancora, ma tanto so che tu saresti stata una delle donne che urlavano "crocifiggilo…crocifiggilo". Non avresti avuto pietà, come pietà non ancora. Anche tu oggi con quello che scrivi metti in croce Gesù… anche tu lo percuoti con la tua incredulità, anche tu lo flagelli con la tua rabbia, anche tu gli conficchi le spine con la tua aggressività, anche tu lo inchiodi non riconoscendolo come Dio! Ahi che tristezza vedere tanta ostinazione nel male e tanta arroganza. Non c\’è peccato più grande di non riconoscere Dio, anzi di insultarlo e schernirlo. Ma la Sua Misericordia è più grande della nostra miseria…perdona anche te e ti ama lo stesso!

  6. Antonello ha detto:

    gesù

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